La Consulta concede la possibilità di adozione internazionale ai genitori single.
Corte Costituzionale, sentenza n. 33/2025
La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 29-bis, comma 1, della legge n. 184 del 1983, che esclude le persone singole dall’adozione internazionale di minori. Tale esclusione è stata ritenuta contraria agli articoli 2 e 117 della Costituzione e all’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, poiché limita in modo sproporzionato l’interesse degli aspiranti genitori a garantire un ambiente stabile per i minori in stato di abbandono. La Corte ha sottolineato che le persone singole possono essere idonee a fornire un contesto familiare adeguato, riservando al giudice il compito di valutare concretamente l’idoneità affettiva ed educativa dell’aspirante genitore. Infine, si evidenzia come il divieto assoluto possa compromettere il diritto del minore a una famiglia accogliente, soprattutto in un contesto di presentato delle domande di adozione.
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LA visura catastale non fornisce garanzie sufficienti nel momento di acquisto di un immobile.
Tribunale di Ivrea, sentenza n. 465/2025
L’acquisto di un immobile basato esclusivamente sulle informazioni catastali presenta significativi rischi giuridici. Il Catasto, pur fornendo dati fisici sull’immobile, non garantisce la titolarità dei diritti reali né la chiarezza della situazione giuridica, esponendo l’acquirente a potenziali contestazioni sulla proprietà ea vincoli legali non evidenti. Inoltre, le difformità tra la planimetria catastale e lo stato reale dell’immobile possono comportare problematiche urbanistiche e fiscali, inclusi contenziosi per imposte arretrate. Pertanto, è essenziale che l’acquirente effettui verifiche approfondite presso il registro delle trascrizioni e consulti professionisti del settore per garantire la sicurezza giuridica dell’investimento. La trascrizione dell’atto di compravendita risulta fondamentale per tutelare i diritti dell’acquirente da eventuali pretese di terzi.
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Il marito che ha sacrificato la carriera ha diritto all’assegno di mantenimento.
Corte di Cassazione, Ordinanza n. 6433/2024
La Corte di Cassazione ha ribadito che l’assegno divorzile non è destinato a ripristinare il tenore di vita coniugale, ma a riconoscere il contributo dell’ex coniuge economicamente più debole alla formazione del patrimonio familiare. Nel caso in esame, la Corte d’appello di Firenze aveva rideterminato l’assegno a carico dell’ex moglie, evidenziando come la cessazione del matrimonio avesse compromesso l’autonomia economica dell’ex marito, il quale si era dedicato esclusivamente alla gestione del patrimonio immobiliare della famiglia. Con ordinanza n. 6433/2024, la Corte di Cassazione ha chiarito che l’assegno divorzile deve avere una natura sia assistenziale che perequativo-compensativa, riconoscendo un contributo volto a garantire al coniuge richiedente un livello reddituale adeguato al contributo fornito nella vita familiare, tenendo conto delle aspettative professionali sacrificate. Tale funzione equilibratrice del reddito mira a riconoscere il ruolo dell’ex coniuge economicamente più debole nella formazione del patrimonio familiare e personale, compensando i sacrifici sostenuti per il bene della famiglia.
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Sono deducibili le spese di assistenza per i disabili.
Corte di Cassazione, Ordinanza n. 449/2025
La Corte di Cassazione ha stabilito che le spese per l’assistenza a persone con disabilità grave e permanente sono integralmente deducibili ai sensi dell’articolo 10, comma 1, lettera b) del TUIR, senza considerare la qualifica professionale del prestatore di assistenza. La Corte ha chiarito che la deducibilità è legata alla finalità assistenziale e non alla professionalità dell’assistente, affermando che anche le spese sostenute per collaboratori domestici sono ammissibili se documentate e destinate alla cura di un disabile riconosciuto ai sensi della Legge n. 104/1992. Inoltre, la Cassazione ha distinto tra le disposizioni fiscali relative alle spese per disabili gravi e quelle per soggetti non autosufficienti, evidenziando un trattamento fiscale più favorevole per i primi. Questa pronuncia rappresenta un passo significativo verso un sistema fiscale più equo per le famiglie che assistono persone con disabilità.
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Mancanza di omologazione dell’autovelox.
L’articolo analizza le conseguenze giuridiche del difetto di omologazione del dispositivo “autovelox fisso”, in relazione all’art. 142, comma 6, del Codice della Strada (cds) e alle norme sulla segnaletica stradale. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’accertamento effettuato con un autovelox approvato ma non debitamente omologato è illegittimo (Cass. n. 20913/2024). L’omologazione è definita come un processo tecnico-amministrativo necessario per garantire l’affidabilità degli strumenti di rilevamento (Cass. n. 20492/2024). Inoltre, la Cassazione ha chiarito che l’approvazione ministeriale non equivale all’omologazione (Cass. n. 10505/2024), sottolineando che solo l’omologazione consente di considerare valide le risultanze degli apparecchi di rilevamento. Le circolari ministeriali non possono derogare alle disposizioni normative primarie, confermando l’importanza dell’omologazione per la legittimità degli accertamenti sui limiti di velocità (Cass. n. 14597/2021).